Tra i tanti messaggi, pareri, opinioni scritti negli anni da migliaia di persone sui risultati del Metodo Zuffante®, ce n’è uno in particolare che è considerato il più simpatico ma nello stesso tempo coinvolgente e interessante. Ve lo riproponiamo volentieri, si intitola “Lo Sciamano”.

 

0346.22781.
- Pronto?
- Sì, pronto, vorrei prenotare una seduta con il Dottore.
- Un attimo, sì, ecco, le va bene il 5 novembre?
- Ehm, ma siamo a inizio luglio.
- Sa com'è, c'è molta gente che vuole incontrare il dottor
Zuffante.
- Capisco, OK, mi segni.
Segnato sull'agenda: "Dottor Calogero Zuffante, 5 novembre
2004, Clusone (BG)".
Il 5 novembre, guarda caso, sarà San Zaccaria, patrono della
Rai, credo.

 

Che avevo sentito parlare di 'sto cazzo di Sciamano.
Funziona, non ci crederai ma funziona.
Pure il medico della mutua mi dice: "Guarda non so, non è il
mio campo, ma un mio collega ha detto che funziona, eccome".
Siamo a livello di leggenda metropolitana.
Nessun l'ha provato personalmente, ma l'amico dell'amico del
cugino ci metterebbe la mano sul fuoco.
Di Sant'Antonio.
Funziona.
Eccome.
Eppoi, sono solo 130 euri, al massimo hai perso 130 euri.
Non fa una grinza.

 

Passo a prendere Moskina, venerdì pomeriggio.
5 novembre.
Il giorno dell'appuntamento.
Dallo Sciamano.
Brum brum, la Clio scalpita, cavalca, scoppietta, macina
chilometri prima sulla A4 Milano-Venezia, poi verso Berghem
de hòta, poi verso le valli bergamasche, Val Seriana, poi su
su su verso Clusone.
Un nome inquietante, per una località quasi turistica.
Che t'è successo? Oh, guarda, m'è venuto un clusone.
Poveretto, mi spiace. Eh, non te lo auguro.

 

Brum brum, arriviamo a Clusone, CAP 24023.
Bar.
Caffé.
Schifoso.
Bleah.
- Scusi, dov'è via Osoppo?
- Ma lei per caso deve incontrare il Dottore?
- Ehm, sì, come fa a saperlo?
- Beh, sa, ormai vengono in processione da tutta Italia per
il Dottore, l'altro giorno c'era uno venuto dall'Argentina.
- Capisco, è un po' come una madonna che piange, o una
madonna che appare, o una madonna che stringe la mano a
padre pio e si sporca di sangue...
- Di più, mi creda. Di più.

 

Mi indica via Osoppo. Un nome del cazzo, per una via.
Che t'è successo? Oh, guarda, mi s'è fratturato l'osoppo. E
com'è successo? Niente, m'è venuto un clusone e sono caduto.
Poveretto, mi spiace. Eh, non te lo auguro.

 

Brum brum, arriviamo in via Osoppo. Al numero 17.
Toccatadipalle.
Entriamo, l'appuntamento è alle 16.
Un piccolo appartamento, una casa privata.
Attendete qui, prego.
OK, ci sediamo sul divano. Davanti c'è una vetrinetta, e in
bella mostra ci sono delle foto di un tizio, presumibilmente
il Dottore, con accanto personaggi che definire famosi è
forse troppo, ma tant'è. In una è abbracciato a Shel
Shapiro, e nell'altra a quello dei Trettré cogli occhiali.
All'amico Calogero, con affetto e tanta gratitudine.
Mi tranquillizzo, cazzo, voglio dire, Shapiro e Mirko
Setaro, mica cazzi.
Eppoi tante cartoline, da tutto il mondo, grazie Dottore
grazie.
Entra una coppia. Ci presentiamo, sono toscani.
Cioé, vengono apposta dalla Toscana.
Per il Dottore.
Per lo sciamano.
Azzo.

 

Arriva il momento. Il Dottore, in camice bianco e, sotto,
una cravatta psichedelica, ci chiama. Entrambi. Io e il
toscano. Poi, una volta dentro, chiediamo se possono
assistere anche le nostre rispettive fidanzate. Non si sa
mai.
Il Dottore si presenta, piacere Zuffante, piacere Moska. Si
siede, vicino a un computer, e dice, Attenti, vi spiego la
mia grande scoperta.
La sua grande scoperta.
Sticazzi.
Parte una presentazione di PowerPoint. Che ha usato i
template del programma di Microsoft, Cristo, sforzati un
po', metti sullo sfondo, checcazzonesò, qualche provetta, un
laboratorio, topini drogati, criceti in astinenza, scimmie
pazze come in "28 gioni dopo", ma non gli sfondi di
Microsoft.
Sono nervoso, è comprensibile.
Vorrei vedere voi, a Clusone, in via Osoppo, nella mani di
uno Sciamano, al posto mio.
Avrà 70 anni, il Dottore. Sulla parete c'è un articolo di
Libero incorniciato, che parla dei successi della sua
terapia, del fatto che funziona e che, grazie al
passaparola, ora vengono da tutta Italia, da tutto il Mondo,
da chissà quale galassia di chissà quale sistema solare
alternativo, per incontrare Lui, il Dottore, lo Sciamano.
Nel vostro caso - ci spiega, leggendo le slide - le
funzionalità del vostro cervello sono alterate, e lo
squilibrio nella produzione di determinate sostanze chimiche
indispensabili è assai difficile da ristabilire,
reimpostare, resettare, control alt canc.
La produzione di serotonina è alterata, sostituita da droga.
Siete dei tossici.
Drogati.
Di merda.
Non ha tutti i torti, il Dottore.

 

Prende una sorta di ferro del mestiere, d'acciaio,
accuminato, come quelli che si usano per l'uncinetto.
Me lo pianta nel padiglione auricolare.
Ravana.
Menomale che mi sono pulito le orecchie, stamattina.
Un cotton fioc per parte, menomale.
Ravana, il Dottore.
Tocca con la punta dell'indice.
Con la sola imposizione delle mani.
Poi prende un tubicino bianco e dice, questo emette onde
laser.
Tranquillo, è indolore e incolore e insapore, liscio,
gassato, ferrarelle.
Me lo infila lì, in quello che lui dice essere il punto
Giusto (il punto G., quindi), il punto dove passa il nervo
che ha scoperto lui, e che stimola la produzione di
serotonina a comando. Con questa terapia, quel particolare
neurotrasmettitore che risponde al nome serotonina va a
sostituire la quantità di droga ormai richiesta dal vostro
cervello, per lo meno fino a quando la serotonina verrà
prodotta normalmente.
Per trenta giorni, quindi. Poi, non avrete più problemi.
E continua a stimolare.
Ravana, ancora.
Poi dice, Si siedi là.
Come, si "siedi"?
Ostia, penso io, è il primo "dottore" che becco che mi secca
i congiuntivi.
Si mette male.
Si metti male.
Si mettessi male.
Non capissi più un cazzo, aiuto.
Mi sento molle, rilassato, stanco.
Il Dottore continua, imperterrito.
Prende degli elettrodi, come quelli che usano per ricaricare
la batteria dell'auto.
Me ne attacca uno a un padiglione auricolare.
Uno all'altro.
Poi altri due me li mette in mano, uno per parte.
Poi accende la macchinetta.
Bzzzz, bzzzzz, bzzzzzz.
Sento che pulsano, le orecchie. Come se un bambinetto figlio
di puttana mi pizzicasse con le sue cazzo di manine. Una di
qua, una di là.
Sento la corrente che mi passa attraverso, il cervello che
frigge, come un sofficino Findus qualsiasi.
Cristo.
- Ma è sicuro che tutto questo sia innocuo?
- Fidati, non è mai morto nessuno.
- Ah, be'.
Bzzzz, bzzzzz, bzzzzzz.
Fine terapia.
Poi il Dottore mi dice, ora ti metto due cerottini sulle
orecchie, nel punto giusto, e se nei prossimi giorni hai dei
problemi, toccati quei punti, che dentro ci metto una
pallina d'oro che serve per stimolare meglio quel nervo.
Nervo.
Serotonina.
Stimolation.
Ah.
In pratica, mi devo toccare le orecchie.
Masturbarle, se serve.
Madovecazzosonofinito?
Il Dottore dice, Finito, sei a posto.
Vai in pace, sei guarito.
Amen.

 

Pago, guardo Moskina, perplessa pure lei, usciamo.
Brum brum, via da via Osoppo, via da Clusone, ce ne torniamo
a casa.
Dolcecasa.

 

Morale della favola: da venerdì pomeriggio, ore 16, non ho
più toccato una sigaretta.
Fumavo oltre un pacchetto al giorno.
Ero un fumatore più che accanito, compulsivo.
Se restavo un'ora senza fumare, stavo male, proprio
fisicamente.
Se il giorno di Natale, con la neve, restavo senza
sigarette, uscivo, in piena notte, per trovare un cazzo di
distributore.
Ero schiavo, sul serio.
Poi, puff, basta.
Zero.
No paglie, no cicche, no smoking.
E non ne ho voglia, sinceramente.
Grazie Sciamano grazie.
120 euri spesi bene.